DAI BAMBINI AI RAPPERS, AI CANTANTI D'OPERA. ECCO I MIEI TRE PUNTI FERMI:
1.
Il mondo sarà migliore se sarai stato importante nella vita di un bambino.
Decine di migliaia di bambini, qualcuno di loro diventato ragazzo, qualcun altro ormai adulto. Qualcuno ha fatto della musica la propria strada, altri la ricorderanno come un'esperienza indimenticabile.
Immagino il mio incontro con ciascuno di loro come il risultato di un viaggio interstellare.
Come quando due oggetti, viaggiando nello spazio, pur provenienti da mondi lontanissimi, per un istante si avvicinano, e in quell'istante esercitano per sempre, per effetto della loro massa anche molto diversa, una mutua influenza sulla reciproca traiettoria. Modificandola, anche di un solo milionesimo di grado, per tutto il resto del loro viaggio.
2.
Dare attenzione per ricevere attenzione.
Le parole sincere vibrano in modo diverso da tutte le altre.
Allo stesso modo, ascoltare sul serio, dedicando attenzione e presenza, è molto differente dal "sentire".
Sia i bambini che gli adulti hanno bisogno di essere guardati ed ascoltati, seppur certamente in modo diverso. Solo con un rapporto di stima e fiducia reciproca è infatti possibile crescere nel difficile percorso che la musica sottintende e comporta, così come nella vita quotidiana.
"Se un bambino si arrendesse alla prima caduta, non imparerebbe mai a camminare" (Louise L. Hay)
3.
Il respiro è suono.
Il gesto musicale nasce dentro di noi, prima di manifestarsi all'esterno.
Porre il respiro al centro della musica significa insegnare, suonare ed eseguire in modo diverso e sorprendentemente efficace.
La naturalezza del respiro, unita alla conoscenza di ogni minimo dettaglio della partitura, e delle sfumature millimetriche nascoste nel testo, deve farsi tecnica e poi, appunto, gesto.
Nella mia visione, la musica è movimento, ed il suono è sempre, in ogni caso, l' effetto visibile dell' interiorizzazione di un'idea di movimento divenuta gesto. Nel gesto direttoriale, nel gesto vocale , nel gesto pianistico: il respiro è suono.